Se si prendono in analisi le modalità con cui si relazionano sia con l’uomo sia con individui della propria specie, cane e gatto rappresentano due mondi profondamente diversi, a tratti persino opposti.
L’espressione della comunicazione, le caratteristiche comportamentali e la struttura sociale li rendono due specie candidate a non incontrarsi sul piano della pacifica convivenza.
Due modi a confronto
Il cane è un animale sociale che ha bisogno di sentirsi parte di un gruppo e avere un suo ruolo specifico all’interno dell’organizzazione gerarchica.
Il gatto è un predatore solitario e vive per strutturare e difendere il proprio territorio che in natura non condivide con altri conspecifici. Possiede tuttavia un innato istinto parentale che gli permette di creare legami molto forti con altri individui, se sussistono le condizioni.
Dal punto di vista del rapporto con l’uomo, quello del cane ha origini molto antiche e mentre il suo processo di domesticazione, e successivamente la selezione delle razze, lo ha portato a modificare nei secoli le proprie caratteristiche instaurando un vero e proprio rapporto di affiliazione con l’uomo, la domesticazione del gatto è relativamente recente ed è avvenuta in modo parziale: anche se si è adattato alla vita nelle nostre case e stringe spesso relazioni profonde con i membri della famiglia, conserva tutta la sua indipendenza e ha mantenuto praticamente intatto il catalogo comportamentale specie-specifico del suo progenitore selvatico.
Come ci rivela Konrad Lorenz: “Non esiste un animale che, nel corso di un’associazione millenaria con l’uomo, sia così poco cambiato come il gatto”.
Anche le modalità di comunicazione del cane e del gatto sono molto diverse e questo è legato in parte proprio alla differente socialità.
Il cane ha sviluppato, infatti, un ampio repertorio di posture e comportamenti, detti “segnali calmanti”, finalizzati a evitare i conflitti e ottimizzare le interazioni sociali mentre il gatto, per evitare gli scontri, utilizza solo segnali di minaccia poiché la sua necessità ancestrale è quella di allontanare gli intrusi dal suo territorio.
Le due specie possiedono, inoltre, differenti parametri di utilizzo della prossemica, di soglia di reazione alla distanza di un altro individuo, di velocità e modalità di avvicinamento.
Pensiamo infine alla comunicazione chimica di cane e gatto, fondamentale in entrambe le specie ma che resta specifica per ognuna.
Nonostante tutto ciò, sempre più spesso vediamo cani e gatti insieme convivere pacificamente sotto lo stesso tetto e, in molti casi, instaurare un forte rapporto affiliativo.
E dunque, come introdurre un cane in casa con un gatto (o viceversa)?
È possibile, creando le giuste condizioni ambientali e gestendo nel modo corretto le dinamiche sociali, favorire una serena convivenza tra cane e gatto, ferme restando le caratteristiche individuali dei singoli animali che vanno valutate attentamente prima di fare una scelta, anche e soprattutto nel rispetto del benessere degli animali stessi che, se non adatti a condividere i propri spazi con altri individui, vivrebbero una continua condizione di stress e disagio.
Il primo passo è, dunque, la scelta del cane e/o del gatto più idonei al contesto domestico specifico e alla convivenza in un gruppo multispecie in cui l’uomo deve rappresentare il fulcro delle relazioni tra gli animali. In questo senso una consulenza pre adozione fatta da un esperto può essere un aiuto prezioso.
Il passo successivo è creare un ambiente ottimale: è fondamentale garantire innanzitutto spazio sufficiente perché le interazioni non siano obbligate ma ogni animale abbia la possibilità di isolarsi, anche aumentando gli spazi in altezza per permettere al gatto di avere il controllo sul territorio (essenziale perché viva in condizione di agio) e di avere dei momenti di solitudine.
Inoltre, le risorse (acqua, cibo, cucce, giochi, lettiera e tiragraffi per il gatto) devono essere gestite in modo mirato dal proprietario per non creare conflitti: al cane non va permesso di gestirsi da solo mentre il gatto ha la necessità di disporre di tutte le risorse in maniera completa e abbondante per non avvertire gli altri individui presenti come una limitazione alla soddisfazione dei propri bisogni o addirittura una potenziale minaccia per la propria soppravvienza.
Infine, la fase vera e propria di introduzione di un nuovo gatto in casa con un cane, o viceversa, deve essere graduale e sempre regolata dall’uomo.
Dopo un primo incontro fatto solo di comunicazione chimica attraverso lo scambio di oggetti e luoghi, i pasti, così come i momenti di gioco e di coccole, vanno condivisi partendo da una distanza adeguata, successivamente ridotta, che permetta agli animali di abituarsi lentamente alla presenza reciproca.
Fino a quando le dimaniche tra gli animali non risultino consolidate è indispensabile la presenza del proprietario come supervisore.
In caso di difficoltà nella convivenza dei tuoi animali domestici, l’aiuto di un esperto è fondamentale per ripristinare armonia ed equilibrio nelle relazioni tra i soggetti.
Il Team di Educatori e Addestratori cinofili PlayDog è a disposizione per assisterti nella corretta introduzione di un nuovo animale in famiglia o per aiutarti a risolvere eventuali problematiche di convivenza tra cane e gatto già esistenti. Contattaci per avere maggiori informazioni sulle nostre consulenze!
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